IVANA BARBACCI “UNA REAZIONE LA SCUOLA, IN QUESTO MOMENTO, DEVE DARLA, E DEV’ESSERE UNA REAZIONE D’ORGOGLIO”

Concretezza, convinzione, considerazione della piena rispondenza alla realtà delle rivendicazioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero, unitario, il prossimo 30 maggio.
È ciò che si avverte – stamane al primo Consiglio Generale della Cisl Scuola Puglia, al “Vittoria Parc Hotel” a Bari Palese – negli interventi di Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, e di Roberto Calienno, segretario Cisl Scuola – e segretario generale Cisl Scuola Puglia.
Nelle posizioni chiare, con passione, espresse – pur se con visioni diverse, e complementari – dai dirigenti sindacali intervenuti al dibattito: Ds, docenti e ATA. In sintesi “non se ne può più; questo contratto non ci rappresenta; vogliamo risposte di dignità; riconoscano funzioni e ruoli, riconoscano l’importanza del nostro lavoro – se davvero si crede nella scuola quale elemento fondamentale per lo sviluppo del Paese”.
Nel senso di appartenenza profondo, nella convinzione del proprio ruolo da svolgere in favore del personale della scuola, degli studenti e delle loro famiglie; sulle criticità esistenti, questa la chiave degli dei segretari generali territoriali intervenuti.
Nell’intervento del segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci, che esprime condivisione verso la linea di protesta perseguita dalla Cisl Scuola.
In quello di Roberto Calienno che si sofferma sul lavoro degli scorsi anni, sugli eccellenti risultati ottenuti “perché lavoriamo insieme. Quando abbiamo iniziato, 12 anni fa, eravamo tanti gruppi distinti; oggi siamo un insieme unico, un unico gruppo di dirigenti sindacali della Puglia che si confronta, che svolge attività con uniformità di obiettivi. E il mandato che vorrò lasciare è di continuare il lavoro unitario nella regione Puglia; continuando a ricercare e stabilire chiare relazioni con Istituzioni, Enti, Associazioni”.

Le interviste al Consiglio

- Ivana Barbacci, segretaria generale nazionale Cisl Scuola

- Roberto Calienno, segretario nazionale Cisl Scuola


Sottolinea “Dobbiamo ricordarci che siamo in emergenza. Abbiamo un rinnovo contrattuale, e non ci sono nuove risorse; anzi, c’è stata una campagna contro su testate nazionali all’indomani della proclamazione dello sciopero perché, secondo i giornali, c’era stata una riapertura del rinnovo del contratto considerato che era stato emanato l’atto d’indirizzo; ma chi conosce i fatti sa che questo è un atto d’indirizzo in ritardo di oltre 3 anni; ed è comunque un atto dovuto; e non mette risorse fresche. E inoltre, i il 1° maggio, è stato pubblicato in GU il Dl 36 che per noi è preoccupante per il reclutamento, la formazione, le carriere”.
“Il DL 36, ha una fragilità strutturale enorme” – in esordio Ivana Barbacci, tra le altre cose. “Viene facile smontarlo, soprattutto perché ci dà l’idea che qualcuno abbia voluto accontentarci con percorsi di formazione triennale e, dopo i 3 anni, una parte di noi riceverà circa 2mila euro lorde. Un premio? Un’incentivazione? Ma noi vogliamo questo? Noi ci dobbiamo indignare – ribadisce la segretaria generale – perché siamo insultati per questo. Noi siamo capaci di ben altro come categoria; la formazione, non abbiamo bisogno che ce la confezioni una scuola di alta formazione; la scuola di alta formazione dovrebbe semplicemente osservare ciò che si è fatto nelle scuole, i bisogni formativi che si sono espressi dentro le scuole; farne tesoro e produrre un’offerta formativa che sia la raccolta sistemica del lavoro delle scuole dell’autonomia. E questo lo vorremo dire domani mattina (18 maggio) in audizione al Senato. La scuola sa di ciò che ha bisogno. Non serve un decreto legge per ottenere fondi EU per l’istituzione di una scuola di alta formazione. Per non parlare dei tagli agli organici programmati per i prossimi tre anni e di voler favorire l’aumento della natalità; non ci è chiaro come le due cose possano stare insieme”.
Sullo sciopero unitario del 30 maggio, “Abbiamo un problema, c’è poco tempo; non abbiamo scelto noi di far uscire il Dl 36 il 30 aprile; perché se lo avessero emanato a febbraio avremmo avuto tutto il tempo per scaldare gli animi, accendere le lampadine. I tempi non sono a nostro favore, però dobbiamo creare tutte le condizioni con tutti i mezzi per dimostrare che c’è un allarme, c’è un pericolo sotteso che sembra latente ma produrrà un effetto davvero distruttivo se non fermiamo il fenomeno; dobbiamo arginarlo non solo con lo sciopero del 30 maggio – che dovrà risultare significativo. Parla di disperazione e di disperanza, e cita come autorevoli e significative le parole del Presidente Mattarella, di Papa Francesco. Una reazione la scuola, in questo momento, deve darla, e dev’essere una reazione d’orgoglio; siamo noi che dobbiamo insegnare a questo Governo e a chi pensa di manovrarci, di essere noi produttori del nostro futuro, di essere noi che ci metteremo alla prova delle sfide che il PNRR mette nelle nostre mani”.
Un lungo applauso, sentito sincero, saluta, al termine, Ivana Barbacci che ringrazia tutti e rimanda ad un prossimo incontro.